venerdì 26 novembre 2010

L'aglio di Resia

La Val di Resia comincia a Resiutta, un piccolo paese collocato all’imboccatura stretta e angusta della vallata che, dopo alcune curve, si apre improvvisamente e sale fino alle pendici del Monte Canin, in Friuli Venezia Giulia. Lungo la strada che costeggia il torrente si incontrano sei frazioni: San Giorgio, Prato di Resia, Oseacco, Gniva, Stolvizza e Coritis, quella più in alto, poco distante dalla cima del massiccio. Tutte insieme non contano più di 1500 abitanti, depositari di cultura e tradizioni millenarie.
In questo angolo di Friuli, incuneato tra Austria e Slovenia, si parla una lingua di matrice paleoslava incomprensibile solo pochi chilometri più a valle. Forse una piccola comunità proveniente dalle steppe dell’est - una parte del torrente barbarico che dilagò nella penisola nel primo millennio - si stabilì in questa vallata chiusa e protetta e, lontana da contaminazioni, sviluppò un proprio linguaggio. Anche la musica, le danze, gli abiti, il Püst, cioè il carnevale, sono originali e unici. Ma nonostante i limiti orografici, gli abitanti di Resia sono sempre stati viaggiatori: molti di loro erano arrotini oppure ambulanti e contadini. Tutti quanti - gerla sulle spalle - valicavano a piedi le montagne per trovare lavoro, o per vendere legumi e ortaggi sui mercati di Lubiana, Udine, Trieste, Vienna e delle altre piccole cittadine dell’Impero Austro-Ungarico.
L’isolamento geografico ha consentito la conservazione di un’interessante biodiversità vegetale: sia l’aglio - che i Resiani chiamano strok - sia i fagioli e il mais della vallata sono stati oggetto di studio da parte della Facoltà di Agraria dell’Università di Udine. Sono state individuate una specifica varietà di aglio e ben trenta diversi ecotipi di fagiolo.
Con la collaborazione del Comune di Resia e del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, che comprende nel suo territorio gran parte della valle di Resia, è stato avviato un progetto di valorizzazione dell’aglio locale che è di grande qualità, molto aromatico, con bulbi piccolini a tunica rossastra, ognuno dei quali ha 6/8 spicchi, ed è privo di spicchi centrali. Un tempo nelle serate estive - dopo il raccolto che avveniva tra la fine di luglio e la prima decade di agosto - si intrecciavano lunghe reste che venivano appese fuori dalle case e consumate a poco a poco. 
 

Oggi l’aglio è confezionato in piccoli mazzetti da 4-5 bulbi e si conserva anche per un anno. Lo strok è particolarmente adatto alla produzione di salumi perchè è dolce, privo dell’aroma a volte acre delle varietà più comuni. Le coltivazioni della vallata sono naturali, la concimazione avviene con letame bovino e solo raramente servono trattamenti antiparassitari. Il Presidio è nato per valorizzare questo piccolo patrimonio di biodiversità: l’unica strada possibile per dare un futuro alla comunità resiana, per evitare l’emigrazione dei suoi abitanti alla ricerca di un lavoro nelle industrie della carta o dell’elettronica, e per dare vitalità a un’area protetta che non vuole essere un semplice museo naturale. 

Area di produzione: Val di Resia (provincia di Udine).
Stagionalità: L'’aglio di Resia si raccoglie a fine luglio, inizio agosto. Successivamente si intreccia o si unisce a mazzetti che vengono fatti asciugare e che si conservano integri fino alla fine dell’inverno.

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