martedì 16 novembre 2010

Anguilla dei laghi della Tuscia

"... e quella faccia di là da lui più che l'altre trapunta ebbe la santa Chiesa in le sue braccia: dal Torso fu e purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la vernaccia" (Purgatorio, XIV, 19-24).
La testimonianza più celebre è quella di Dante nella Divina Commedia che cita l'anguilla di Bolsena parlando del suo più celebre estimatore, Papa Martino IV, passato alla storia più per i

peccati di gola che non per le sue capacità di pontefice e che
pare fosse così appassionato di anguilla da morirne per indigestione.
Citazione letteraria a parte, la pesca nei laghi del nord del Lazio, soprattutto dell'anguilla è una pratica che vanta secoli di storia e una tecnica di pesca ancora completamente tradizionale.
Ancora oggi a Bolsena i pescatori impiegano le barche da pesca dal tipico scafo piatto, ampio e di forma triangolare: sono imbarcazioni di origine etrusca lunghe circa 6 metri, un tempo costruite con legno di cerro e olivo.
Ogni anno, dal mese di settembre, vengono posizionate nei laghi di Bolsena e di Bracciano le grandi nasse
allungate chiamate altavelli dove rimangono imprigionate le anguille argentine, cioè le anguille che hanno raggiunto la completa crescita e maturazione sessuale. Il processo di trasformazione impiega almeno una decina di anni per giungere a compimento ed è facilmente riconoscibile anche dai meno esperti per la grandi dimensioni raggiunte dall'animale e per il cambio di livrea che diventa prevalentemente bianca, o meglio argentina.
La stagione di pesca delle argentine si protrae fino a dicembre, sono i mesi in cui le anguille emergono dai fondali e nuotano in superficie seguendo l'istinto innato che le porterà a percorrere le correnti fino a raggiungere il mare e dirigersi verso il Mar dei Sargassi per riprodursi.
Le nasse sono un metodo di pesca altamente selettivo che non cattura le anguille ancora immature che si muovono vicino al fondale ma cattura solo una parte delle anguille argentine, che se non riuscissero a lasciare il bacino del lago sarebbero comunque destinate a morte certa essendo arrivate alla fine del loro ciclo vitale.

Il Presidio
Il Presidio coinvolge le cooperative locali che riuniscono una quarantina di soci "anguillari" dei laghi di Bolsena e Bracciano. Ogni giorno i
pescatori recuperano le anguille ancora vive imprigionate negli altavelli e portano le fresche alla ristorazione locale e sui mercati di Roma oppure le trasformano.
La produzione del Presidio vuole infatti valorizzare le tradizionali tecniche di marinatura di anguilla: tranci di pesce fritto in olio di oliva e lasciato marinare per circa un mese in aceto di vino bianco con aggiunta di spezie come aglio, salvia, rosmarino e un tocco di peperoncino.
L'obiettivo del progetto è quello di limitare la pesca sui laghi alle sole argentine, rispettando i loro naturali cicli di pesca, da fine settembre a dicembre, in modo da non creare danni alla popolazione di anguilla e permettendo ai consumatori di gustare il prodotto marinato nei mesi successivi.
Il Presidio dell'anguilla dei laghi della Tuscia vuole anche garantire la giusta remunerazione ai pescatori per il prodotto fresco, prodotto che non sempre viene riconosciuto sul mercato locale ma è venduto insieme a quello proveniente da altri paesi del Mediterrano o dell'Europa del Nord ad un prezzo che non ripa
ga il paziente lavoro giornaliero.

Area di Produzione: lago di Bolsena (provincia di Viterbo) e lago di Bracciano (provincia di Roma)

Stagionalità: la pesca delle anguille argentine si effettua da settembre a dicembre, il prodotto trasformato può essere reperito sul mercato anche nei mesi successivi, fino alla primavera.

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