venerdì 29 ottobre 2010

Salone de Gusto 2010: Un bombardamento di informazioni

Il Salone del Gusto di Torino, giunto alla sua ottava edizione,è l'evento principe dello Slow-Food. Come potevo mancare a questo evento?
Certo che non potevo e adesso riassumo brevemente la giornata di sabato scorso, ovvero la giornata del 23/10. 
I ragazzi dell'Istituto Alberghiero di Villa Santa Maria, con l'aiuto di alcuni docenti, hanno organizzato un viaggio d'istruzione all'insegna della gastronomia. Gli alunni, capitanati da un intraprendente ed appassionato Nicola Valentino Rosato (immagine a sinistra), si sono messi all'opera per cercare di organizzare al meglio questo week-end, non solo per cercare di ampliare le loro conoscenze riguardo al mondo della cucina (e non solo), ma anche per rendersi conto che all'infuori della scuola c'è un mondo in continua evoluzione, e rendersene conto permette di avere una visuale molto più amplia su quello che si vuol fare in un futuro assai vicino.
Io mi sono aggregato immediatamente alla prima comunicazione effettuatami a riguardo, e sono partito inserendomi all'interno del gruppo, come farebbe un topolino in un formaggio coi buchi. 
Arriviamo a Torino e, resoci conto che l'apertura del Salone era  prevista per le ore 11:00, decidiamo di visitare un supermercato, o per meglio dire "il" supermercato: l'Eataly.  
Inutile spiegare cosa ci fosse all'interno di Eataly, perchè verrebbe da dire semplicemente "prodotti di ogni genere". Per questo voglio riportare la filosofia che si può trovare nei vari depliant: "Eataly – alti cibi è un modello originale di mercato in cui i prodotti di alta qualità della tradizione agroalimentare italiana non si comprano solo, ma si consumano e si studiano; un luogo che unendo vendita e cultura seleziona e offre le eccellenze enogastronomiche del nostro paese". Qui vi riporto il link per poter visitare la pagina web www.eataly.it
All'ingresso dell'Eataly, (anche se noi ce ne siamo accorti all'uscita) nell'area esterna c'era un castagnaro. 
Una persona assai rispettosa del proprio lavoro, che usava come strumento di cottura una locomotiva, la quale ha curato molto sia esteticamente che internamente, così da potergli permettere la cottura delle castagne. Le castagne prima venivano cotte normalmente poi, grazie a degli appositi cassetti, venivano riposte in uno scomparto in cui venivano spruzzate con dell'acqua, o vino bianco per chi avesse voluto, e poi lasciate riposare. Venivano servite in un cartoncino con 3 scomparti: il primo per le castagne cotte, il secondo per le bucce e il terzo per una salviettina usa e getta chiusa singolarmente, che serviva per potersi pulire le mani dopo averle consumate. I prezzi erano elevati ma devo dire che è stato, ed è, un genio.
Dopo aver mangiato ci rechiamo all'ingresso del Salone, e subito ci rendiamo conto di aver trovato pane per i nostri denti. Stand gastronomici assediati da una valanga di gente, anzi assediati da uno stormo di avvoltoi, tutti alla ricerca di un assaggio gratuito, e molti delle quali senza neanche rendersi conto di cosa stessero assaporando. Prodotti, prodotti, prodotti. Si andava dalla "ventricina" del vastese al "gruyere" svizzero, dall'"uvetta sultanina" africana al cioccolato "Domori", dall'aceto "tradizionale" di Modena al vero "tè verde cinese", e chi più ne ha più ne metta. La nostra mancanza è stata dal fatto che non abbiamo potuto frequentare gli approfondimenti a pagamento nei vari laboratori, ma comunque sia è stato un grande evento. Da sottolineare la spiegazione dei vari sott'oli del professor Ermanno Di Paolo (immagine a destra), docente dell'istituto alberghiero di Villa Santa Maria e consulente presso la ditta olearia "Ursini".
Conclusasi la giornata di sabato ci dirigiamo in albergo dove, tempo di fare due chiacchiere e due marachelle qua e là, ci buttiamo sul letto per svegliarci direttamente ad ora di colazione. Effettuata quest'ultima riprendiamo l'autobus, ci dirigiamo al centro di Torino e visitiamo in maniera molto limitata la città. Alle 14:00 riprendiamo definitivamente il pullman e facciamo rotta verso casa.

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