giovedì 21 ottobre 2010

Lo shaker: storia, tipologie e utilizzo.

Il cocktail shaker (o, più brevemente e comunemente, shaker) è uno strumento utilizzato per miscelare gli ingredienti nella preparazione di cocktail attraverso lo scuotimento (dall'inglese to shake, scuotere) dello strumento stesso. Un cocktail shakerato si ottiene inserendo gli ingredienti desiderati (tipicamente succhi di frutta, sciroppi, liquori e ghiaccio, ma anche uova, latte, caffè o panna) all'interno dello shaker ed agitandolo energicamente per un tempo variabile dai 5 ai 20 secondi. I cocktail che devono essere limpidi non vanno shakerati in quanto l'uso dello shaker fa si che il drink risultante sia torbido.

Storia 

Lo shaker ha un’antica tradizione. Agli inizi del 1871, infatti, William Hernett presentò all’ufficio brevetti di New York la  richiesta di licenza per la fabbricazione di uno strumento da utilizzare per miscelare le bevande. Al "Franklin D. Roosevelt Presidential Library and Museum" di Londra è conservato quello in argento che Roosevelt, allora presidente degli Stati Uniti d'America, usò per prepararsi il primo Martini dopo la fine del proibizionismo.

Tipi di shaker 

Gli shaker si dividono principalmente in tre tipi:

Boston shaker 


A sinistra un boston shaker chiuso. A destra aperto con uno strainer e un mescolino
Detto anche americano. È costituito da due parti, una inferiore costituita da un bicchiere di metallo (solitamente acciaio inox, ma anche alluminio) ed una superiore: un ulteriore bicchiere di vetro o plastica dal bordo di circonferenza minore. La parte superiore è quella dove vengono introdotti gli ingredienti. I due bicchieri poi vengono incastrati al livello delle rispettive aperture per procedere all'agitazione; il cocktail così ottenuto viene quindi versato nel bicchiere dalla parte metallica. Nel caso venga utilizzato anche ghiaccio tritato come ingrediente, prima di versare è necessario porre sopra la parte metallica un apposito colino, anch'esso metallico, detto strainer. Più alto rispetto al cobbler shaker viene privilegiato per la maggior capacità (può contenere infatti il necessario per 4 cocktail a volta) e per la maggior immediatezza nell’ utilizzo.

Cobbler shaker 


Un cobbler shaker
Detto anche tradizionale o continentale. È composto da tre parti: una parte inferiore (acciaio, vetro o plastica) che funge da contenitore ove vengono inseriti gli ingredienti, una prima parte superiore costituita da un tappo traforato che serve da filtro, chiamato anche cupola, ed una seconda parte superiore che rappresenta il coperchio, chiamato anche cappello, da porre sopra il filtro. Il coperchio può essere utilizzato anche come dosatore degli ingredienti liquidi. Le tre parti devono essere perfettamente incastrate fra loro in modo da evitare fuoriuscite di liquido durante lo scuotimento. Il cocktail va versato semplicemente aprendo il coperchio, l'azione di colino è assicurata dall'apposita cupola: non è quindi necessario l'utilizzo di uno strainer.

Shaker francese 


Uno shaker francese del tipo bullet shaker
È il meno diffuso dei tre, probabilmente per la mancanza di spettacoralità nello shakeraggio rispetto al Boston e per l'assenza del filtro rispetto al Cobbler. È formato da due parti, un contenitore inferione (metallo, vetro o plastica) ed una superiore costituita da un coperchio (metallo o plastica). Il cocktail viene versato dalla parte inferiore con l'eventuale uso di uno strainer. Esiste una sottospecie dello shaker francese denominata Bullet shaker (dall'inglese bullet, proiettile) caratterizzato dalla tipica forma a proiettile o siluro.

Utilizzo 

Preparazione 

Esistono, per l'utilizzo del boston shaker, due tesi che differiscono leggermente l'una dall'altra. Una parte numerosa di professionisti preferisce riempire la parte in vetro, per circa 3/4 del suo volume, di ghiaccio e, dopo avere raffreddato il vetro e scolato la parte disciolta del ghiaccio, introdurre gli ingredienti del cocktail e shakerare.
Un'altra parte di professionisti tende a versare gli ingredienti direttamente nella parte in vetro senza ghiaccio e raffreddare invece la parte metallica, sostenendo che in questo modo il cocktail si allunga di meno. In conclusione si può affermare che ambedue i sistemi sono accettabili affinché il risultato finale sia ottimale.

Impugnatura 

Maggiore rilevanza va data al modo di impugnare lo shaker che, per un fattore estetico, deve essere elegante, disinvolto e nello stesso tempo funzionale. Dopo aver versato gli ingredienti, lo shaker va chiuso e reso ermetico anche attraverso un leggero colpo sulla parte superiore. L'impugnatura si effettua per mezzo dei polpastrelli delle dita facendo attenzione di esercitare una forza concentrica affinché le due parti dello shaker rimangano costantemente unite. Non bisogna shakerare dal basso verso l'alto o in senso rotatorio: si farebbe uno sforzo fisico superiore e senza ottenere l'omogeneità desiderata.
Lo shaker va usato in posizione orizzontale, con la parte in vetro rivolta a se stessi, ad altezza petto-spalla, agitando vigorosamente con ampi movimenti del braccio, per cinque secondi circa. Il barman deve essere rivolto frontalmente verso il cliente evitando di dirigere lo shaker nella sua direzione.
Dopo aver shakerato gli ingredienti raccolti nel contenitore insieme con il ghiaccio, si toglie il coperchio e si versa il cocktail attraverso il tappo forato per trattenere eventuali pezzetti rimasti solidi.

Accortezze 

Se ci si trova nella situazione di dover preparare più cocktail shakerati sarebbe bene utilizzare almeno due shaker, uno per i drink che contengono ingredienti dai sapori più marcati, l'altro per quelli più delicati. Questo è consigliabile per non trasferire tracce di sapori troppo forti a quei drink il cui gusto potrebbe esserne modificato. Per lo stesso motivo è consigliabile sciacquare sempre lo shaker, o qualsiasi altro utensile, tra la preparazione di un cocktail e l'altro. Lo shaker va lavato con acqua fredda e detersivo neutro, soprattutto dopo averlo utilizzato per la preparazione di cocktails a base di uova, gelato e liquori con aroma molto forte.

Shaker e mixing-glass 


Un mixing-glass
Lo shaker e il mixing-glass sono ambedue srumenti utilizzati per la preparazione di cocktail ma hanno usi diverso a seconda degli ingredienti. La battuta di James Bond «Agitato, non mescolato» è ormai divenuta una specie di slogan.
In senso stretto i drink chiari o limpidi si mescolano di solito con il mixing-glass, mentre quelli più densi, che contengono albume, creme o succhi di frutta, devono essere shakerati. Questi drink possono essere anche mescolati in un frullatore, ma vanno comunque filtrati per eliminare pezzetti di ghiaccio o di frutta che possano compromettere la presentazione. Lo shaker dunque è usato per quei cocktail contenenti ingredienti che necessitano, data la loro consistenza, di un maggior vigore per ottenere il corretto risultato. Al contrario il mixing-glass si utilizza per i cocktail lisci i cui ingredienti (vini, distillati e liquori) non richiedono di essere agitati con forza.


it.wikipedia.org/wiki/Shaker

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