martedì 7 dicembre 2010

Il cuoco odierno

RIFLESSIONI AD ALTA VOCE:
Stiamo vivendo il periodo attuale come l'exploit della bellezza, e della cura solamente esteriore senza curare quella interiore, lasciando da parte ogni probabile "buonismo" nei confronti degli altri. Una società che sempre di più ci impone a reagire e di stare al passo coi tempi; tutti studiano per diventare imprenditori, tutti vogliono in poche parole... far soldi nel più breve tempo possibile, e scusate se generalizzo. Ma questo è un blog di cucina, che c'entra?
C'entra eccome! Questo modo di essere è entrato a far parte sempre di più nelle cucine. Anzi nei cuochi, dato che la cucina è di chi la fà. Oggi la maggior parte dei ragazzi, o delle cosiddette nuove leve, si sofferma sempre di più al giudizio delle attuali guide gastronomiche, per definire la bravura di un cuoco. E' come definire obbligatoriamente buono un vino il cui costo va oltre i 30 €, quando invece ci capitano vini di costo inferiore che sono alla gran lunga più buoni.
Non nego che la bellezza di un piatto ci crea gratuitamente una buona nominata, per chi possiede un ristorante o un'altra attività ricettiva. Anche l'occhio vuole la sua parte; forse è quell' "anche" che non tutti riescono a capire. Mangiando in alcune aziende ristorative pare che si curi solo l'aspetto esteriore di un piatto e/o del servizio.
Ed il Gusto? E' mai possibile che quello che in passato era la colonna portante ora è passato al secondo posto?
Continuo a precisare che non tutti curano solamente l'aspetto esteriore, ma devo scrivere anche che in confronto a molti ristoranti, di livello medio-alto, ci sono agriturismi di gran lunga migliri. Agriturismi in cui ti siedi e fai il "signore". Ti portano a tavola piatti non elaborati ma tradizionali, in cui il gusto è l'unica cosa che li contraddistingue da altre attività a pari livello. Preparazioni culinarie in cui senti davvero il sapore di un determinato territorio, a volte facendoti ricordare addirittura gli stessi sapori di quando la stessa pietanza veniva preparata in passato dalla nonna, oramai scomparsa. Arriva il conto e...sorpresa: a volte mangi tanti e buoni cibi con un prezzo inferiore alle 20€; basti pensare che allo stesso prezzo compri 1 cannottiera di un capo firmato.
Si cucina solamente per il gusto di entrare a far parte dell'"Olimpo", ovvero quella zona in cui vieni apprezzato solamente perchè vieni trascritto su quotidiani o riviste. Ma dov'è il pudore di queste persone, a volte pagate solamente per dare una loro opinione?
Il noto cantante hip hop Caparezza trascriveva in una sua canzone:"Oggi vale poco se appoggi e tanto quando distruggi". Cosa vuol dire? Che oggi vieni giudicato un intenditore se si critica in malo modo attività che non rientrano nelle guide gastronomiche. Le stesse attività che si movimentano a far bene solo quando vengono a sapere che un "assaggiatore" di una determinata guida verrà a mangiare nel loro ristorante.
Confermo ancora una volta che non tutti fanno così, ma per gli altri? Il giudizio del cliente non conta più? Si lavora per soddisfare la fama che si può acquisire su una rivista o una Guida, e non più per la gioia di vedere un cliente soddisfatto di aver assaporato le nostre pietanze?
Ragazzi curiamo innanzitutto il gusto...che l'estetica non può far niente se non viene apprezzato il sapore.

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