La capacità
di trasferire nel piatto emozioni oltre che gusti, che sono riferiti alle
nostre tradizioni e che rappresentano quindi un valore non facile da
quantificare, spesso si scontrano con logiche economiche che sono la base per
determinare o meno un successo economico.
Mai come
oggi diventa sempre più importante considerare le realtà oggettive che sono in
grado di determinare con precisione il valore delle nostre attività.
Può sembrare
strano nella ristorazione argomentare in questi termini la gestione di una
realtà commerciale, ma proprio perché di realtà commerciale si tratta, è
fondamentale non lasciarsi trasportare dalla voglia di creatività senza
valutare attentamente gli aspetti determinanti la buona riuscita economica
della nostra attività.
Non è più
sufficiente solo fare da mangiare bene, ma bisogna calibrare ed analizzare
tutti quei fattori che sono determinanti nel permetterci di potere proporre
piatti poveri e semplici o elaborati che prevedono materie prime costose; è
infatti solo con l’analisi mirata ad ottimizzare gli investimenti ed
i capitali
impiegati che si può riuscire a proporre buona cucina a costi logici.
DEFINIZIONE DI FOOD COST
Per Food
Cost, si intende un insieme di strumenti atti a definire in modo preciso non
solo le varie incidenze di costi, ma l’impostazione che determina ciò che
questo rappresenta, ovvero uno strumento di controllo ben definito.
In maniera
più approfondita, si identificano due tipologie di food cost: il food cost
relativo e quello assoluto, che connessi uno all’altro determinano con
precisione le incidenze da conoscere per potere definire il giusto rapporto far
costi e ricavi.
Per ricavare
con precisione il food cost di ogni singola realtà, i fattori da prendere in
considerazione sono:
• Magazzino
• Pesi lordi
porzione
• Pesi netti
porzione
• Prezzo di
ogni alimento utilizzato per unità di misura
• Cali peso
e dispersioni
• Preparazioni
approntate
•
Preparazioni vendute
• Incidenza
fra le varie tipologie di proposte preparate/vendute
IL FOOD COST E GLI STRUMENTI DI
CONTROLLO
I Fattori
Determinanti
_ LA
CONOSCENZA: è fondamentale conoscersi e conoscere le proprie capacità, chi
siamo e cosa vogliamo diventare
_ LA
PROGRAMMAZIONE: definire e realizzare gli obbiettivi per avere dei punti di
riferimento sui quali impostare l’attività
_ L’
ACQUISIZIONE: il sapere come base sulla quale sviluppare strategie ovvero il
nostro know how
_ LA PIANIFICAZIONE:
sviluppare un piano di marketing commerciale e finanziario, risulta
indispensabile per potere ottimizzare le risorse disponibili
_ IL
CONTROLLO: lo standard di qualità riferito alle varie fasce di ristorazione che
deve avere un relativo ritorno economico
_ L’
ELABORAZIONE: strategie operative, di produzione, di servizio e promozionali
_ TIPOLOGIA
D’ ESERCIZIO: trattoria, pizzeria, ristorante, ristorante d’ albergo ecc.
_ LOCATION:
importante per definire già in partenza la tipologia di cucina, considerando i
flussi dati ad esempio da una strada a grande traffico o dalla vicinanza di un
centro commerciale o…..
_ CLUSTER:
ovvero il profilo della clientela che risente anche dell’ubicazione del locale
e di tutti quei fattori che definiscono in maniera precisa un ipotetico bacino
d’utenza
_
CONCORRENZA: il riferimento deve essere fatto solo in termini di target di
clientela, senza valutare i prezzi del concorrente come riferimento per
sviluppare una strategia commerciale
_ PERSONALE:
non solo come gestione, ma come risorse umane utili a rendere vincente una
realtà commerciale
_ LAYOUT:
del centro di produzione ed eventualmente di distribuzione
_
TECNOLOGIA: tra i fattori analizzati è indubbiamente di grande importanza, dato
che l’adozione e il corretto utilizzo di attrezzature tecnologicamente evolute
riesce a diminuire le incidenze di food cost
_
RICETTARIO: ultimo ma non per importanza, la sua impostazione corretta consente
di definire con precisione i parametri che devono dare origine ad un guadagno
LA PRATICA APPLICATIVA
_ MAGAZZINO
E’ la base
dalla quale partire come riferimento certo nella quantificazione dei costi
_ PESO LORDO
Sono i pesi
dei prodotti prima delle varie trasformazioni
_ PESO NETTO
Sono i pesi
dei prodotti dopo le trasformazioni e rappresentano il peso porzione che il
cliente si trova nel piatto
_
PERCENTUALI DI RESA
È quanto
ogni prodotto ha reso generando uno scarto
_
PERCENTUALI DI CALO PESO
Rappresentano
la parte di prodotto che in seguito a cotture ed abbattimento di temperatura
che non si può considerare nel peso porzione finale
_ INCIDENZE
DEI COSTI
Tutti quei
costi che influiscono nella determinazione del prezzo di vendita e dalla qui
differenza si ottiene il margine lordo di contribuzione
_ LISTINO
PREZZI
È la lista
dei prodotti proposti che permette di ottimizzare gli acquisti rapportati al
volume di vendite ai prezzi definiti e deve essere agganciato allo storico del
locale
_ RICAVO DEL
COSTO PORZIONE
Per costo
porzione si intende il costo necessario a realizzare una porzione ricetta
definita in una determinata grammatura, comprensiva di tutti gli ingredienti e
le necessari alla sua realizzazione
_ RICAVO DEL
COSTO RICETTA
Per costo
ricetta si intende il costo necessario a realizzare una ricetta completa che
comprende un determinato numero di porzioni in una grammatura definita ( è il
caso ad esempio di un arrosto che viene proposto in un banchetto )
_ PREZZO DI
VENDITA
Si ricava
definendo il food cost e conoscendone l’incidenza ed rappresenta il food cost
relativo
_ B.E.P.
E’ il break
event point e rappresenta il punto di pareggio sotto il quale vi sono delle
perdite, e al di sopra si realizzano guadagni
Nella
pratica si prendono in considerazione:
_ Food
ricetta
_ N° ricette
prodotte
_ N° ricette
vendute
_ Totale
food ricette prodotte
_ Totale
food ricette vendute
_
Percentuale di food di ogni singola ricette
_
Percentuale di incidenza di ogni singola ricetta sul food
_
Percentuale incidenza sulle ricette prodotte
_ Si
definisce il food medio
Applicando
il food assoluto, si ottiene con esattezza quanto ogni ricetta genera come margine
di contribuzione in funzione delle ricette vendute, che oltretutto offre la
possibilità di possedere lo storico ricette.
Lo storico
ricette permette inoltre di potere decidere come, e se sia conveniente
riproporre un piatto in funzione dei fattori determinanti, come ad esempio la
sua percentuale di vendite rapportate al numero totale di piatti venduti in un
determinato periodo di tempo.
Valutazione dell’incidenza dello
scarto sul peso degli ingredienti.
Nel calcolo
del costo delle merci relative ad un singolo piatto non si possono ignorare le
percentuali di scarto degli ingredienti. Se si utilizzano prodotti di prima
gamma, cioè grezzi, si devono considerare le percentuali di scarto e il costo
delle lavorazioni necessarie a trasformarli prima della cottura. Un esempio
facile facile: se acquistiamo carne in osso e calcoliamo il costo dei 120
grammi netti di carne necessari per una scaloppa senza tener conto dello
scarto, commettiamo un grave errore: abbiamo pagato un prezzo che include anche
parti non edibili (ossa, grasso...). Il costo effettivo della scaloppa va
quindi determinato considerando anche gli eventuali scarti.
Esempio: Supponiamo
di acquistare carne di vitello non disossata a 14,00€ al kg.
Lo scarto
osseo è del 18%. Lo scarto dovuto a parature è un ulteriore 23% (totale dello
scarto quindi: 41%)
Quanto costa
effettivamente un kg. di carne pulita e pronta per farne scaloppe?
Applichiamo
una proporzione:
Prezzo peso
lordo: (100 – Scarto) = Prezzo peso netto : 100 ovvero
14 : (100 –
41) = X : 100 e cioè 14 * 100 / 59 = 23,72 €
Quindi i 120
grammi di carne per la nostra scaloppa non costano 1,68 (14,00 x 0,120) euro
come si potrebbe pensare, ma ben 2,84 (e non abbiamo considerato il costo del
lavoro di disosso e paratura)
Praticamente
tutti gli alimenti che subiscono trasformazioni per la cottura o il servizio
contengono scarti in percentuali variabili ed è evidente che è necessario
calcolare gli scarti per determinare correttamente il foodcost.
Detto
questo, diventa necessario rivolgere un po’ di attenzione alle grammature delle
nostre ricette e alle quantità nette (o lorde) che vogliamo utilizzare. La
ricettazione precisa è uno dei fondamenti per una corretta gestione della
cucina, il rispetto delle grammature è l’attuazione di quanto ci si è prefissi.
Le strategie
comunque possono essere diverse: più che determinare sulla carta quanto dovrà
essere grande la nostra bistecca, possiamo pesare la bistecca giusta per la
nostra clientela e poi ragionarci sopra...
Le tabelle
degli scarti, ma soprattutto l’esperienza unita a una buona bilancia, possono
aiutarci a valutare quali sono gli scarti effettivi e quanto questi incidono
sul foodcost. In alcuni casi il problema scarto non si pone: quando un prodotto
si vende a numero il fatto che abbia o meno dello scarto è irrilevante.
Un esempio: le
ostriche, si vendono a dozzina e il fatto che lo scarto rappresenti l’88% del
loro peso non conta.
Ecco alcune tabelle
indicative degli scarti di vari alimenti
Componente
ossea di alcuni tagli di carne
Vitello:
|
Agnello:
|
Manzo:
|
Maiale:
|
Selvaggina:
|
|||||
Coscia
|
18%
|
Cosciotto
|
30%
|
Petto
|
25%
|
Carrè
|
15%
|
Lepre
|
55%
|
Schiena
|
20%
|
Carré
|
20%
|
Coscia
|
25%
|
Prosciutto
|
15%
|
Camoscio
|
50%
|
Spalla
|
25%
|
Spalla
|
20%
|
Spalla
|
28%
|
Spalla
|
20%
|
Capriolo
|
40%
|
Petto
|
20%
|
|
|
Lombata
|
20%
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Costata
|
25%
|
|
|
|
|
Per i
volatili teniamo conto di tutte le parti inutilizzabili che risultano dopo aver
pulito l'animale:
Scarto di
parti inutilizzabili (dal peso lordo)
|
ali, collo, stomaco, cuore
|
Zampe
|
Fegato
|
Grasso
|
Totale scarto
|
Pollastra/Cappone
|
15%
|
3%
|
5%
|
10%
|
33%
|
Pollo novello
|
17%
|
3%
|
2%
|
13%
|
35%
|
Pulcino
|
18%
|
2%
|
1%
|
16%
|
37%
|
Piccione
|
12%
|
6%
|
4%
|
10%
|
32%
|
Anatra
|
7%
|
3%
|
3%
|
22%
|
35%
|
Oca
|
|
|
|
|
28%
|
Tacchino
|
|
|
|
|
22%
|
VANTAGGI NELL’ APPLICAZIONE DEL
CALCOLO DEL FOOD COST
_ Controllo
dei costi
_ Controllo
sulla qualità
_ Controllo
sulle quantità
_ Gli
operatori sono meno legati alla supervisione diretta
_ I piani
produttivi sono semplificati
_ Si
riducono gli sprechi
…..E GLI SVANTAGGI
_ Lo
sviluppo delle ricette prevede inizialmente uno sforzo notevole per renderle
operative
_ La
limitata flessibilità può generare resistenze nell’ applicazione del sistema da
parte del personale operativo
_ Bisogna
preventivare che occorre tempo per formare il personale nell’ottica di
utilizzare il sistema nel modo migliore
Se è
importante applicare il calcolo del food cost, non lo è esclusivamente riferito
ad una definizione dei costi fine a se stessa, ma racchiude una logica
applicativa che rappresenta la possibilità di gestire nel modo migliore
un’attività commerciale.
È comunque
molto importante che i parametri utilizzati siano assodati e precisi, questo
per non alterare quei valori determinanti la corretta imputazione dei costi…e
di conseguenza dei guadagni.
Si può
quindi affermare che l’applicazione precisa del calcolo del food, e di
conseguenza del beverage cost, possa essere utilizzata in tutti i settori
ristorativi, dove, in particolare nella ristorazione pura, aiuta oltremodo a
definire con precisione anche tipologie di servizio alle quali normalmente non
viene applicato il calcolo del food, anche in questo caso affidandosi
“all’esperienza”.
E’ ad
esempio il caso di strutture che oltre a proporsi come ristorante a “la carte”,
offrono servizio di banqueting ed anche di catering.
L’analisi
delle incidenze nella sostanza non cambiano, adottano parametri diversi che
tengono conto di altri fattori, quali ad esempio grammature diverse da generare
per numero definito di coperti, o spese che incidendo notevolmente nella
definizione dei costi sono da inserire, ma con le dovute logiche.
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