
L'aglio orsino, anche chiamato aglio dei boschi o aglio selvatico, è una di quelle erbe aromatiche che ogni cuoco dovrebbe avere nella propria cucina. Purtroppo se ne trova pochissimo e non viene commercializzato se non in piccole aziende che producono erbe spontanee, ma sicuramente di difficile reperibilità se si impiega in una cucina con norme di H.A.C.C.P., cioè qualsiasi attività commerciale legata alla ristorazione.
L’Aglio orsino cresce spontaneo in Europa e Asia;
in Italia è presente in tutto il territorio, eccetto la Sardegna. Forma
estesi popolamenti fino a 1.000
metri nei boschi umidi di latifoglie, ma non ci se ne può fare nulla se impiegato, come scrivevo prima, in attività con le vigenti nore igieniche, in quanto non se ne riesce a tracciare la vita del prodotto. Però può essere impiegato per usi casalinghi, in questo caso.
E’ una pianta erbacea perenne; ha un bulbo allungato
rivestito da tuniche grigio-bianche. Le foglie, lunghe fino a 20 cm, sono ovato-ellittiche
e si restringono in un lungo picciolo alato. Lo scapo fiorale, eretto e
triangolare, è lungo fino a 40
cm. I fiori, bianchi e a forma di stella, sono riuniti
in ombrelle ricurve per separare i fiori.
Le nuove piante si possono ottenere per semina in terriccio
soffice e ben drenato. Le piantine devono essere poi trapiantate in singoli
vasetti su ricco substrato. Quando sono ben sviluppate si sistemano in terra
piena, preferendo le zone fresche e ombreggiate. Può essere moltiplicato anche
per divisione dei cespi.
Le foglie vengono raccolte in primavera e utilizzate
fresche. E’ possibile anche congelarle, dopo averle sminuzzate e poste in
sacchetti chiusi.
Le foglie giovani vengono utilizzate per dare
sapore ai piatti di pesce, insalate, formaggi teneri e patate lessate (ottime nell'impasto degli gnocchi). Sono
commestibili anche i fiori.
Proprietà terapeutiche: ipotensive, depurative, antielmintiche, stimolanti,
antisettiche.